Dai questionari personali del Gruppo Educatori Animatori di Azione Cattolica ...
LA VITA DI OGNI GIORNO, LE SUE SFIDE, LE SUE OPPORTUNITA' ...
** La mia vita è simile ad un mosaico perché fatta con tessere importanti, più o meno ordinate tra loro. A volte corro il rischio che nel mosaico della mia vita ci sia qualche tesserina che non si posiziona ordinatamente. Ad un certo punto si crea cioè una certa confusione = casino = troppe cose da fare, che non capisco più niente e vado in tilt con me stesso. Lavoro troppo e poco tempo per il divertimento. La mia fede è in bilico e faccio fatica a rimetterla sul giusto piano.
** La mia vita assomiglia di più ad un mosaico, coloratissimo ma in certi tratti il colore sbiadisce, per lo più per stanchezza e mancanza di nuove idee. E’ vero che è molto difficile essere concreti quando si parla di fede; a volte, in modo particolare quando ci si espone direttamente con tante persone, ho la tendenza a fare silenzio.[…] La difficoltà più grande che trovo è l’indifferenza sociale nei giovani. La fede è un argomento che non entusiasma, che non invita ad un serio approccio.
** Ora, a differenza del passato, la mia vita assume la forma di un mosaico e desidero sempre più che sia così, nonostante non abbia sempre e ancora il coraggio necessario e la solidità nella fede.
A volte rischio di scoraggiarmi o faticare a vedere con speranza la realtà, e sperimento la solitudine.
** Beh, diciamo che sto cercando di trasformare la mia vita in un mosaico, anche se non è facile riuscire ad armonizzare ciò che si pensa e in cui si crede e le scelte quotidiane che sono chiamata a compiere.
La difficoltà maggiore, forse, è quella di “essere compresi” nelle scelte che si fanno da persone che, cristiane o meno, non capiscono i motivi di queste scelte e, a volte, nemmeno stanno ad ascoltare, etichettano e si girano dall’altra parte.
** Ho capito che si può trovare un equilibrio tra “divertimento” e “fede”, che uno non esclude l’altro, questo grazie a persone che condividono i miei valori e che hanno fatto delle esperienze di fede come me. Purtroppo molti giovani sono lontani da questo perché si fanno una idea sbagliata di cosa può voler dire vivere da cristiani.
** Il più delle volte mi sento piccola nella mia fede, nelle mie convinzioni, insicura, tante volte mi sento incapace di tradurre in parole quello che penso o quello che sento dentro e mi sento confusionaria. Alcune volte mi sento giudicata, e altre volte ho paura di esserlo. Sono convinta che questo deriva soprattutto dalla poca fiducia che ho nei miei confronti, e dalla profonda “libertà” che mi manca, che scaturisce dal coltivare dentro di sé questo dono grande della fede. Quindi il più delle volte questo mio desiderio di esprimere la mia fede si trasforma in paura che blocca.
** Fortunatamente ho una vita bella piena, ma a volte trovo difficoltà a vivere come io vorrei, cioè a Vivere bevendo ogni istante e gustandolo, sentire il suo gusto e anche il suo retrogusto. La maggior parte della mia giornata la trascorro dentro in azienda e penso sia impossibile non portare se stessi e il proprio credo, a meno che uno non se ne vergogni, ma che vergogna c’è nel cercare di Vivere invece di vivacchiare!?
IL SERVIZIO DI EDUCATORE E LA STORIA DEL MIO RAPPORTO CON CRISTO ...
** La spinta maggiore che ho avuto (a vivere il servizio) è stata la voglia di dimostrare a me stesso che ero in grado di fare qualcosa che non fosse praticamente materiale o con riscontro personale, ma fosse una gioia, sentimenti veri.
** Da qualche anno ho desiderato che tutta la mia vita, tutti gli ambienti della mia vita potessero esprimere anche coerentemente la mia fede, valore che ho scelto di porre al primo posto. Questo desiderio di vita secondo lo Spirito, mi porta a trovare e cercare persone e occasioni di formazione per essere sempre di più testimone credibile. Non è sempre stato semplice trovare sensibilità e attenzione per questi aspetti nemmeno negli ambienti parrocchiali, dove è necessario porsi con gradualità e realismo verso i diversi gradi di maturità nella fede dei giovani presenti.
** Ci sono alcune persone che con la loro semplicità e storia mi hanno dato stimoli in più per avvicinarmi al Signore con la preghiera. Gesù per me è un amico, che anche se silenzioso, so che se lo cerco lo trovo. In ruolo che ha nella mia vita è difficile da definire: riesce a coinvolgermi e darmi emozioni, ma a volte però non gli dò molta importanza.
** Sono diventata educatrice e ho voluto con tutte le mie forze diventarlo, innanzitutto perché l’AC mi ha fatto crescere e mi ha tenuta per mano, e io non volevo lasciarla perché mi sentivo in famiglia e sapevo che sarei cresciuta ancora come persona e nella fede.
** In questo momento Gesù per me è un rifugio, un luogo sicuro in cui so che troverò accoglienza, ma è anche un amico che sa ascoltare, solo che devo ancora imparare a chiamarlo ogni giorno per fare quattro chiacchiere e, a volte, ascoltare quello che Lui ha da dirmi non è facile, perché le Sue parole non lasciano mai indifferenti.
** Durante il mio cammino sono stata seguita da una guida spirituale, ora non più perché l’hanno spostata. Comunque esperienze come weekend, campiscuola, momenti di preghiera vengono sempre proposti dall’associazione.
Gesù è una persona che mi affascina tantissimo, una figura importante nella mia vita, soprattutto il suo messaggio, il suo esempio, la sua vita.
** Ho partecipato ad alcune proposte formative: campiscuola, GMG, veglie di preghiera, sichem. Sono esperienze molto belle, ma poi la cosa più difficile è portare la fede nella quotidianità e secondo me questo è più importante di mille esperienze.
** La risposta alla domanda “chi è Gesù?” penso sia frutto di un cammino continuo, che è sempre in trasformazione, per questo anche la risposta non è sempre la stessa. In questo momento Gesù è qualcuno a cui mi affido, soprattutto nei momenti nei quali la mia sola forza non basta e poi rappresenta il modello di educatore al quale bisognerebbe aspirare.
Purtroppo dedico poco tempo a Gesù, ma ciò non vuol dire che non sia una parte fondamentale della mia vita.
** Se dovessi spiegare in poche e semplici parole chi è Gesù per me, la prima cosa che direi è che è una persona che mi affascina un sacco, ma una persona anche che è tutta da scoprire con pazienza. Mi affascina nel modo di fare, nel modo di essere, nel modo di vivere ed affrontare la vita! Nel modo di donare la sua vita! Il mio rapporto con il Signore è una sorta di fiducia, difficile da coltivare e da mantenere, che soprattutto in alcuni momenti definisco cieca, perché non razionalmente fondata se non su idee, immagini, racconti e credenze.
** Penso di aver detto sì, ok (alla proposta di servizio) per svariati motivi sia per continuare quel cammino intrapreso in AC sia per cercare di ricambiare tutto ciò che mi è stato donato, sia pure per continuare ad essere presente in parrocchia, ma forse anche perché in un certo senso ormai c’ero “dentro” e quindi perché no!?! […] Gesù per me è quell’Amico di cui si ha ancora da conoscere molto, di cui si ha tanta voglia di conoscere e a cui stare vicino per chiedere, chiedere, chiedere.
I LEGAMI CON LA COMUNITA' CRISTIANA ...
** La celebrazione della Messa per la nostra parrocchia è un punto forte, è un modo per trovarci e cominciare una nuova settimana in fraternità con gioia e fede. Come esperienze extra sono entusiasta perché le definisco esperienze importanti (weekend di spiritualità!).
** In questo momento non gusto molto la celebrazione; sarà il cambio del parroco? Sarà che corro e non mi fermo a pensare?
** Da questo punto di vista, quello della collaborazione, sinergia e apertura tra gruppi penso ci sia da lavorare molto e tutti. Ne è l’esempio la S.Messa, momento in cui emergono le difficoltà ad essere “un cuore solo”. Per me è un appuntamento fondamentale anche se a volte percepisco un po’ di solitudine in questo mio entusiasmo.
** Sono contenta del servizio che faccio. Anche se con qualche difficoltà, cerco di essere presenza viva nella vita dei ragazzi, non pressante ma interessata. Gli incontri vengono programmati pensando semplicemente a loro, cercando comunque di puntare in alto per far sì che loro per primi si rendano conto di quanto possano essere veri cristiani nel loro mondo.
** Il mio servizio non è sempre facile, ma è una parte importante del mio stile e delle mie scelte di vita. Il rapporto con i ragazzi si basa sul gioco, sul divertimento, sulla comprensione. Sono contenta del rapporto che si sta creando con gli altri educatori, condividere del tempo assieme, oltre al servizio, serve molto per noi e per l’esempio ai ragazzi.
** Vivo anche in altri ambiti la Parola di Dio, in esperienze di servizio pratico dove riesco a vedere Dio nei volti dei bisognosi. […] La mia parrocchia è accogliente, ma tendenzialmente verso chi aderisce a particolari schemi. Secondo me si dovrebbe dare più spazio e fiducia a più gente.
** Piano piano è maturata in me e continua a maturare sempre di più la chiamata al servizio, al servizio in parrocchia, in associazione e quindi al servizio di quella piccola parte di Chiesa che mi è vicina. Il mio servizio di animazione mi permette di donare parte di me, parte del mio tempo, e di mettere a disposizione quelle capacità che ho e in qualche modo, attraverso questo, di passare quel poco di Gesù che conosco e che ho incontrato.
** Il servizio che svolgo con i ragazzi è impegnativo, ma lo ritengo una grande ricchezza. Mi sento talvolta limitata quando presa da altre cose lo vivo più come una cosa da preparare che un servizio che ho scelto e a cui sono chiamata. Con i ragazzi il rapporto si cerca di costruirlo insieme, passo dopo passo, cercando sempre più di comprendere ed entrare in loro.
** Penso che io sono una giovane parrocchiana fortunata a cui qualcuno ha insegnato che solo insieme possiamo costruire qualcosa per i giovani in comunità; nella parrocchia ci sono e non ci sono i giovani, più cha altro, purtroppo, ci sono sempre i soliti.
TORNA AD ACSTOMIO
** La mia vita è simile ad un mosaico perché fatta con tessere importanti, più o meno ordinate tra loro. A volte corro il rischio che nel mosaico della mia vita ci sia qualche tesserina che non si posiziona ordinatamente. Ad un certo punto si crea cioè una certa confusione = casino = troppe cose da fare, che non capisco più niente e vado in tilt con me stesso. Lavoro troppo e poco tempo per il divertimento. La mia fede è in bilico e faccio fatica a rimetterla sul giusto piano.
** La mia vita assomiglia di più ad un mosaico, coloratissimo ma in certi tratti il colore sbiadisce, per lo più per stanchezza e mancanza di nuove idee. E’ vero che è molto difficile essere concreti quando si parla di fede; a volte, in modo particolare quando ci si espone direttamente con tante persone, ho la tendenza a fare silenzio.[…] La difficoltà più grande che trovo è l’indifferenza sociale nei giovani. La fede è un argomento che non entusiasma, che non invita ad un serio approccio.
** Ora, a differenza del passato, la mia vita assume la forma di un mosaico e desidero sempre più che sia così, nonostante non abbia sempre e ancora il coraggio necessario e la solidità nella fede.
A volte rischio di scoraggiarmi o faticare a vedere con speranza la realtà, e sperimento la solitudine.
** Beh, diciamo che sto cercando di trasformare la mia vita in un mosaico, anche se non è facile riuscire ad armonizzare ciò che si pensa e in cui si crede e le scelte quotidiane che sono chiamata a compiere.
La difficoltà maggiore, forse, è quella di “essere compresi” nelle scelte che si fanno da persone che, cristiane o meno, non capiscono i motivi di queste scelte e, a volte, nemmeno stanno ad ascoltare, etichettano e si girano dall’altra parte.
** Ho capito che si può trovare un equilibrio tra “divertimento” e “fede”, che uno non esclude l’altro, questo grazie a persone che condividono i miei valori e che hanno fatto delle esperienze di fede come me. Purtroppo molti giovani sono lontani da questo perché si fanno una idea sbagliata di cosa può voler dire vivere da cristiani.
** Il più delle volte mi sento piccola nella mia fede, nelle mie convinzioni, insicura, tante volte mi sento incapace di tradurre in parole quello che penso o quello che sento dentro e mi sento confusionaria. Alcune volte mi sento giudicata, e altre volte ho paura di esserlo. Sono convinta che questo deriva soprattutto dalla poca fiducia che ho nei miei confronti, e dalla profonda “libertà” che mi manca, che scaturisce dal coltivare dentro di sé questo dono grande della fede. Quindi il più delle volte questo mio desiderio di esprimere la mia fede si trasforma in paura che blocca.
** Fortunatamente ho una vita bella piena, ma a volte trovo difficoltà a vivere come io vorrei, cioè a Vivere bevendo ogni istante e gustandolo, sentire il suo gusto e anche il suo retrogusto. La maggior parte della mia giornata la trascorro dentro in azienda e penso sia impossibile non portare se stessi e il proprio credo, a meno che uno non se ne vergogni, ma che vergogna c’è nel cercare di Vivere invece di vivacchiare!?
IL SERVIZIO DI EDUCATORE E LA STORIA DEL MIO RAPPORTO CON CRISTO ...
** La spinta maggiore che ho avuto (a vivere il servizio) è stata la voglia di dimostrare a me stesso che ero in grado di fare qualcosa che non fosse praticamente materiale o con riscontro personale, ma fosse una gioia, sentimenti veri.
** Da qualche anno ho desiderato che tutta la mia vita, tutti gli ambienti della mia vita potessero esprimere anche coerentemente la mia fede, valore che ho scelto di porre al primo posto. Questo desiderio di vita secondo lo Spirito, mi porta a trovare e cercare persone e occasioni di formazione per essere sempre di più testimone credibile. Non è sempre stato semplice trovare sensibilità e attenzione per questi aspetti nemmeno negli ambienti parrocchiali, dove è necessario porsi con gradualità e realismo verso i diversi gradi di maturità nella fede dei giovani presenti.
** Ci sono alcune persone che con la loro semplicità e storia mi hanno dato stimoli in più per avvicinarmi al Signore con la preghiera. Gesù per me è un amico, che anche se silenzioso, so che se lo cerco lo trovo. In ruolo che ha nella mia vita è difficile da definire: riesce a coinvolgermi e darmi emozioni, ma a volte però non gli dò molta importanza.
** Sono diventata educatrice e ho voluto con tutte le mie forze diventarlo, innanzitutto perché l’AC mi ha fatto crescere e mi ha tenuta per mano, e io non volevo lasciarla perché mi sentivo in famiglia e sapevo che sarei cresciuta ancora come persona e nella fede.
** In questo momento Gesù per me è un rifugio, un luogo sicuro in cui so che troverò accoglienza, ma è anche un amico che sa ascoltare, solo che devo ancora imparare a chiamarlo ogni giorno per fare quattro chiacchiere e, a volte, ascoltare quello che Lui ha da dirmi non è facile, perché le Sue parole non lasciano mai indifferenti.
** Durante il mio cammino sono stata seguita da una guida spirituale, ora non più perché l’hanno spostata. Comunque esperienze come weekend, campiscuola, momenti di preghiera vengono sempre proposti dall’associazione.
Gesù è una persona che mi affascina tantissimo, una figura importante nella mia vita, soprattutto il suo messaggio, il suo esempio, la sua vita.
** Ho partecipato ad alcune proposte formative: campiscuola, GMG, veglie di preghiera, sichem. Sono esperienze molto belle, ma poi la cosa più difficile è portare la fede nella quotidianità e secondo me questo è più importante di mille esperienze.
** La risposta alla domanda “chi è Gesù?” penso sia frutto di un cammino continuo, che è sempre in trasformazione, per questo anche la risposta non è sempre la stessa. In questo momento Gesù è qualcuno a cui mi affido, soprattutto nei momenti nei quali la mia sola forza non basta e poi rappresenta il modello di educatore al quale bisognerebbe aspirare.
Purtroppo dedico poco tempo a Gesù, ma ciò non vuol dire che non sia una parte fondamentale della mia vita.
** Se dovessi spiegare in poche e semplici parole chi è Gesù per me, la prima cosa che direi è che è una persona che mi affascina un sacco, ma una persona anche che è tutta da scoprire con pazienza. Mi affascina nel modo di fare, nel modo di essere, nel modo di vivere ed affrontare la vita! Nel modo di donare la sua vita! Il mio rapporto con il Signore è una sorta di fiducia, difficile da coltivare e da mantenere, che soprattutto in alcuni momenti definisco cieca, perché non razionalmente fondata se non su idee, immagini, racconti e credenze.
** Penso di aver detto sì, ok (alla proposta di servizio) per svariati motivi sia per continuare quel cammino intrapreso in AC sia per cercare di ricambiare tutto ciò che mi è stato donato, sia pure per continuare ad essere presente in parrocchia, ma forse anche perché in un certo senso ormai c’ero “dentro” e quindi perché no!?! […] Gesù per me è quell’Amico di cui si ha ancora da conoscere molto, di cui si ha tanta voglia di conoscere e a cui stare vicino per chiedere, chiedere, chiedere.
I LEGAMI CON LA COMUNITA' CRISTIANA ...
** La celebrazione della Messa per la nostra parrocchia è un punto forte, è un modo per trovarci e cominciare una nuova settimana in fraternità con gioia e fede. Come esperienze extra sono entusiasta perché le definisco esperienze importanti (weekend di spiritualità!).
** In questo momento non gusto molto la celebrazione; sarà il cambio del parroco? Sarà che corro e non mi fermo a pensare?
** Da questo punto di vista, quello della collaborazione, sinergia e apertura tra gruppi penso ci sia da lavorare molto e tutti. Ne è l’esempio la S.Messa, momento in cui emergono le difficoltà ad essere “un cuore solo”. Per me è un appuntamento fondamentale anche se a volte percepisco un po’ di solitudine in questo mio entusiasmo.
** Sono contenta del servizio che faccio. Anche se con qualche difficoltà, cerco di essere presenza viva nella vita dei ragazzi, non pressante ma interessata. Gli incontri vengono programmati pensando semplicemente a loro, cercando comunque di puntare in alto per far sì che loro per primi si rendano conto di quanto possano essere veri cristiani nel loro mondo.
** Il mio servizio non è sempre facile, ma è una parte importante del mio stile e delle mie scelte di vita. Il rapporto con i ragazzi si basa sul gioco, sul divertimento, sulla comprensione. Sono contenta del rapporto che si sta creando con gli altri educatori, condividere del tempo assieme, oltre al servizio, serve molto per noi e per l’esempio ai ragazzi.
** Vivo anche in altri ambiti la Parola di Dio, in esperienze di servizio pratico dove riesco a vedere Dio nei volti dei bisognosi. […] La mia parrocchia è accogliente, ma tendenzialmente verso chi aderisce a particolari schemi. Secondo me si dovrebbe dare più spazio e fiducia a più gente.
** Piano piano è maturata in me e continua a maturare sempre di più la chiamata al servizio, al servizio in parrocchia, in associazione e quindi al servizio di quella piccola parte di Chiesa che mi è vicina. Il mio servizio di animazione mi permette di donare parte di me, parte del mio tempo, e di mettere a disposizione quelle capacità che ho e in qualche modo, attraverso questo, di passare quel poco di Gesù che conosco e che ho incontrato.
** Il servizio che svolgo con i ragazzi è impegnativo, ma lo ritengo una grande ricchezza. Mi sento talvolta limitata quando presa da altre cose lo vivo più come una cosa da preparare che un servizio che ho scelto e a cui sono chiamata. Con i ragazzi il rapporto si cerca di costruirlo insieme, passo dopo passo, cercando sempre più di comprendere ed entrare in loro.
** Penso che io sono una giovane parrocchiana fortunata a cui qualcuno ha insegnato che solo insieme possiamo costruire qualcosa per i giovani in comunità; nella parrocchia ci sono e non ci sono i giovani, più cha altro, purtroppo, ci sono sempre i soliti.
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